In questi ultimi giorni la Germania è stata per ben quattro volte nel mirino di squilibrati che hanno attaccato luoghi pubblici molto affollati con modalità molto simili a quelle degli attentati di matrice jihadista; in tre casi su quattro gli autori delle stragi erano richiedenti asilo molto giovani con gravi problemi di inserimento nella società tedesca.
Il primo attacco è avvenuto su un treno regionale il 18 luglio: un adolescente di origine afghana che aveva fatto domanda di asilo politico ferisce cinque persone in modo grave a colpi d’ascia prima di essere eliminato dalla polizia. Il giorno dopo viene trovato un video in cui il giovane diceva di essere affiliato al sedicente Stato islamico.
Il secondo attentato avviene solamente quattro giorni dopo, il 22 luglio: un ragazzino di diciotto anni nato in Germania ma di origine iraniana attira con un falso messaggio su Facebook alcuni suoi coetanei in un Mc Donald’s e poi inizia a sparare all’impazzata prima di togliersi la vita lui stesso.
Alla fine il bilancio è di nove vittime e più di venti feriti, tutti giovanissimi che affollavano il ristorante in un venerdì pomeriggio qualsiasi. Si pensa che il giovane abbia agito spinto da motivazioni personali, tra cui l’essere stato vittima di bullismo e non avere passato gli esami scolastici di fine anno.
Il terzo e il quarto attacco si sono registrati nello stesso giorno, il 24 luglio: un siriano richiedente asilo colpisce una donna di origine polacca a coli di machete togliendole la vita, mentre un altro si fa esplodere fuori da un festival musicale ferendo 12 persone, ma per fortuna senza provocare vittime.
L’allarme sicurezza è altissimo in tutta la Germania e i cittadini chiedono più protezione e attenzione da parte delle forze di polizia e dei militari; in molti chiedono anche di limitare gli ingressi di profughi nel Paese.
La Cancelliera Angela Merkel, da sempre grande sostenitrice della politica delle porte aperte nei confronti dei rifugiati, dovrà forse cambiare idea e ammettere di avere sbagliato?