Per la protezione dei giornalisti

Voglio fare mio un appello lanciato da Reporters sans frontieres per la creazione di un rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la protezione dei giornalisti, indipendente e libero, che risponda direttamente al Segretario Generale.

Dal 2005 i giornalisti che hanno perso la vita solo perché stavano facendo il loro lavoro con competenza e professionalità sono 787 , un numero che è davvero troppo alto. I reporter di guerra ogni giorno rischiano la vita per raccontare quello che succede nelle zone calde del pianeta e garantire a tutti noi il diritto di essere sempre informati ed è più che giusto che siano protetti al meglio.

RSF si unisce al grande numero di organizzazioni e di personalità internazionali che sostengono la creazione di un rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la sicurezza dei giornalisti. La mobilitazione generale per questa campagna è più grande di giorno in giorno. Se alle Nazioni Unite verrà istituita la carica di Rappresentante Speciale, i giornalisti potranno avere la speranza di lavorare in piena sicurezza.  Se i giornalisti non saranno protetti il diritto all’informazione non potrà essere garantito e regneranno la propaganda e l’estremismo violento”. Questo è l’appello di Reporters sans frontieres e mi sento di condividerlo pienamente.

Sul sito potrete leggere il documento originale e firmare la petizione per chiedere alle Nazioni Unite maggiore protezione per chi fa dell’informazione il proprio mestiere.

Amici lettori e blogger spero che aderiate numerosi.

link utili: https://rsf.org/fr/pour-un-protecteur-des-journalistes e https://rsf.org/fr/actualites/une-coalition-internationale-demande-la-nomination-dun-protecteur-des-journalistes 


Una risposta a "Per la protezione dei giornalisti"

  1. La sicurezza dei giornalisti è importante, ma non credo potrà essere garantita da un Rappresentante Speciale presso le Nazioni Unite.
    Innanzitutto, è difficilissimo garantirla in teatri di guerra e, in secondo luogo, anche tra gli inviati di guerra c’è chi rischia di più e chi meno. Quanto rischia, infatti, un giornalista embedded? Non molto, di solito…
    Anche qualora la figura in questione venisse istituita, il nostro diritto all’informazione non sarebbe comunque garantito stante l’asservimento della stragrande maggioranza degli editori ai poteri forti, che dettano loro la linea, anche e soprattutto in fatto di guerra.
    A difesa anche dei giornalisti, sarebbero pertanto da auspicare – già da domani – dei media più autonomi, indipendenti e critici nei confronti di tutte le guerre, che sono sempre fucine di morti e menzogne.

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