Il doppio attacco terroristico di martedì mattina a Bruxelles, così come i terribili attentati che il 13 novembre hanno insanguinato Parigi, hanno dimostrato una volta di più che l’ISIS è una minaccia globale. I miliziani del Califfato hanno creato una vera e propria rete globale di terroristi che hanno il solo scopo di attaccare dove e quando meno ce lo aspettiamo con il chiaro intento di fare il più alto numero possibile di vittime.
Il fatto che il maggiore ricercato per gli attentati di Parigi, Salah Abdeslam, fosse in stretto contatto con gli attentatori che hanno trasformato il centro e l’aeroporto di Bruxelles in un vero inferno solo tre giorni fa, la dice lunga su quanto sia estesa e pericolosa la rete di cellule terroristiche del sedicente Stato islamico. Negli ultimi tempi sono state colpite anche le città turche di Ankara ed Istanbul, la Costa d’Avorio, l’Egitto. la Tunisia con i terroristi che hanno insanguinato le meravigliose spiagge di Sousse, e tanti altri luoghi che sono molto lontani tra loro geograficamente, ma sono uniti da una rete di fiancheggiatori degli estremisti che si estende ormai in tutto il pianeta.
Di fronte ad una minaccia globale anche la risposta e le contromisure di difesa devono essere globali perché ogni singolo Stato non può affrontare da solo un problema così grande. Un maggiore scambio di informazioni tra le forze di sicurezza e di intelligence dei vari Paesi può essere di certo un buon punto di partenza per garantire una più efficace repressione e prevenzione di nuovi attentati.
Maggiori controlli servono a garantire la sicurezza di tutti noi che abitualmente ci spostiamo in aereo e in metropolitana e anche dei tantissimi musulmani onesti che vogliono solo vivere in pace e professare la loro fede senza paura di ritorsioni.