Dopo il terribile terremoto Haiti era un posto pieno di macerie in cui gli abitanti costretti ad abbandonare le loro case distrutte vivevano in campi provvisori, in tende sporche e sovraffollate, senza che fossero garantite le più elementari condizioni igienico sanitarie.
In quei campi per i bambini e i ragazzi di Haiti non c’era spazio per un’istruzione adeguata e molti subivano quotidianamente abusi di ogni genere; l’unica cosa che tutti conoscevano era la miseria, a cui si univa il terrore di nuovi soprusi. Le malattie si diffondevano velocemente e tanti si ammalavano, con la certezza di non potere ricevere cure adeguate e di potere prendere i farmaci di cui avevano bisogno.
Alle tante ferite del terremoto, si aggiungevano le nuove malattie che erano dovute alla mancanza di una corretta igiene e all’ambiente malsano dei campi.
Oggi, a distanza di sei anni dal terremoto, qualcosa sta cambiando e molte scuole hanno ripreso funzionare, garantendo così ai più giovani di imparare in un ambiente sicuro circondati da insegnanti ed educatori attenti alle loro esigenze, affiancati anche da psicologi esperti che aiutano per quanto possibile a superare i traumi di anni molto duri in cui l’unica legge era quella della violenza.
Emblematica è la storia di Reynane, una ragazzina di quindici anni che in seguito al sisma del 2010 ha dovuto subire l’amputazione di una gamba. All’inizio per lei è stata molto dura accettare i cambiamenti e i dolori dovuti all’arto mancante, senza contare tutte le difficoltà di imparare a camminare con una protesi.
Non voleva più andare a scuola e rimaneva sempre chiusa in quello che rimaneva della sua casa per la vergogna. Oggi, grazie all’aiuto di insegnanti e psicologi specializzati, anche per Reynane la vita è ricominciata: ha ripreso ad andare a scuola e ha ritrovato tutti i suoi amici che l’hanno accolta con gioia nel loro gruppo; frequenta anche corsi pensati apposta per ragazzi amputati, in cui può sfogarsi e rapportarsi con altri coetanei che hanno subito il suo stesso trauma.
La sua famiglia è molto povera ma, grazie all’aiuto di alcune organizzazioni non governative, il padre è riuscito a ricostruire la parte di casa crollata a causa del terremoto, mentre la madre ha trovato un lavoro part time come collaboratrice domestica; anche Reynane ha tanta voglia di studiare ed impegnarsi per aiutare se stressa e i suoi cari.
La vita ad Haiti non è facile per i più giovani e, anche se i media non ne parlano più, sono ancora tante le persone in difficoltà che hanno bisogno di tutto e vivono in tende malsane e sovraffollate, e sono ancora tanti gli edifici e le infrastrutture da riscostruire.