Scudo antimissile in Europa: è una nuova guerra fredda?

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Ieri è stato ufficialmente inaugurato nella cittadina di Deveselu, in Romania, lo scudo antimissile voluto dalla NATO per proteggere l’Europa da eventuali missili nucleari o convenzionali lanciati da una potenza ostile, come ad esempio la Corea del Nord.

Lo scudo si basa sui dispositivi antimissile installati sulle navi da guerra statunitensi di pattuglia nei mari di tutto il mondo e su alcuni dispositivi come il THAAD e il Patriot sempre disponibili., molto tecnologici ed impiegabili ovunque nel giro di pochi secondi.

Quello romeno è una parte fondamentale di uno scudo globale che dovrebbe permettere di evitare attacchi missilistici contro gli Stati Uniti e l‘Europa e soprattutto dovrebbe fungere da deterrente e limitare le ambizioni belliche di Paesi considerati instabili e non affidabili come l’Iran e la già citata Corea del Nord.

La Federazione Russa non vede di buon occhio l’installazione di questo sistema di difesa a pochi passi dal suo territorio, in quei Paesi che una volta facevano parte dell’Unione Sovietica, ma teme che siano solamente l’inizio di una nuova espansione ad est della NATO che per Mosca vorrebbe dire una indebita ingerenza degli Stati Uniti e dei loro alleati proprio nel cortile di casa.

Per il governo di Mosca è indispensabile e vitale avere vicino ai propri confini Stati cuscinetto che in qualche modo delimitino chiaramente la sua sfera d’influenza e fungano da deterrente in caso di un eventuale attacco da parte di un Paese ostile.

Da quando, due anni fa, la Russia annetté la Crimea al suo territorio i rapporti con gli Stati Uniti si sono incrinati e si è creato un clima di sospetto e sfiducia reciproca che porta automaticamente a considerare ogni azione come ostile e con doppi fini. Secondo i russi, infatti, lo scudo antimissile a protezione dell’Europa è solamente una maschera perché il lanciatore Mk 41 installato a terra può essere usato anche per lanciare missili da crociere con testata nucleare che possono avere una gittata di oltre 500 km e non solo i missili intercettori che verrebbero usati dallo scudo in caso di attacco.

Mai come negli ultimi due anni il clima che si respira a Washington e a Mosca sembra tornato quello della guerra fredda, quando le due potenze si sfidavano mostrando a tutti le loro armi ultimo modello sempre più sofisticate e sempre più letali.

La Russia teme che il nuovo sistema antimissile possa a lungo andare indebolire la capacità di offesa del suo arsenale nucleare ed esporla così ad un eventuale primo attacco; gli Stati Uniti hanno dichiarato che il nuovo sistema sarà usato solo in caso di emergenza e che è volto solo a limitare il potenziale bellico degli Stati non stabili in possesso di armi nucleari.

 

 

 

 

 

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