Guerre dimenticate: Repubblica Democratica del Congo

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I media tradizionali non ne parlano mai ma nella Repubblica Democratica del Congo si sta consumando da anni una guerra civile  che potrebbe diventare un genocidio di dimensioni enormi, e tutto nell’indifferenza quasi totale della comunità internazionale e dell’opinione pubblica mondiale.

Nelle regioni ad est del Paese dell’Africa centrale,  Nord Kivu, Sud Kivu e Katanga, la popolazione civile sta vivendo da molto tempo un incubo fatto di villaggi bruciati, violenze contro le donne e i bambini, mancanza di ogni genere di prima necessità, povertà, fame ed estrema miseria. Almeno 50000 persone in queste zone sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni e a rifugiarsi in campi profughi sovraffollati e malsani, ma anche qui non c’è sicurezza perché i combattimenti tra le varie fazioni armate continuano e non si fermano di fronte a niente.

Anche nei campi le violenze ed i soprusi nei confronti dei più deboli sono all’ordine del giorno e sono tanti i bambini abusati che non possono più andare a scuola e studiare per avere un futuro migliore; molte sono le donne che subiscono violenze e sono costrette a matrimoni troppo precoci.

Attualmente nella Repubblica Democratica del Congo ci sono varie milizie armate, tutte molto pericolose,  tra cui  le FDLR (Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda) di etnia Hut, gli islamisti ugandesi dell’ADF/NALU (Allied Democratic Forces), il Raggruppamento Congolese per la Democrazia-Kisangani/Movimento di Liberazione (RCD-K/ML) e svariate altre.

Queste sono solamente alcune delle milizie più pericolose, ma ce ne sono molte altre e tutte vogliono ottenere il monopolio dei traffici illegali di armi, droga, esseri umani e di metalli preziosi perché il grande Stato dell’Africa centrale è molto ricco di risorse naturali. In particolare nella regione del Sud Kivu ci sono immensi giacimenti di oro, diamanti, stagno, cobalto, rame, bauxite e, soprattutto, di coltan , un minerale che viene molto usato per migliorare le prestazioni di computer portatili, tablet e smartphone, e per questo è molto richiesto dalle grandi industrie della tecnologia.

Mentre la comunità internazionale sembra non accorgersi di niente il massacro di civili innocenti continua e si calcola che tra ottobre 2014 e maggio 2016 siano state uccise 1100 persone, mentre i rapiti sono stati 1500.

 

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