Quella nella foto è la chiesetta di Saint Etienne du Rouvray, piccolo paesino della Normandia vicino a Rouen. Martedì mattina mentre era in corso la Santa Messa, due giovanissimi terroristi armati di coltelli affilati hanno fatto irruzione nell’edificio sacro e hanno brutalmente sgozzato l’anziano parroco e preso in ostaggio i fedeli presenti, tra cui anche un giovanissima suora.
Come per gli attentati di pochi giorni prima in Germania, si è pensato all’inizio che l’attacco fosse opera di due squilibrati con problemi mentali, diventati senza volerlo emulatori degli islamisti. Con il passare delle ore è emerso che i due erano ben consapevoli di quello che stavano facendo e che la loro intenzione era veramente quella di fare una strage in nome del sedicente Califfato; i due avevano postato in rete pochi giorni prima un video in cui giuravano fedeltà ai capi del terrorismo internazionale e avevano espresso la loro volontà di vendicare i musulmani rimasti vittime dei bombardamenti della coalizione internazionale in Siria e in Iraq.
Uno dei due aveva anche tentato due volte di raggiungere i campi di addestramento islamisti in Siria e Iraq, ma era stato fermato alle frontiere e rispedito in Francia con un dossier in cui veniva indicato come radicalizzato e pericoloso, incline alla violenza e pronto a preparare attentati.
Anche in Germania le indagini sugli attentati avvenuti tra il 18 e il 24 luglio stanno continuando a ritmo serrato e la pista della malattia mentale sta lasciando il posto all’ipotesi che gli attacchi fossero preparati tempo prima e studiati tempo prima in modo da causare il maggior numero di vittime possibile. Soprattutto nel caso dell’attacco al festival musicale di Asbach, per fortuna fallito, il piano dell’attentatore era quello di farsi esplodere in mezzo alla folla dei tanti giovani che assistevano al concerto e provocare una carneficina.
L’unico vero caso di veri problemi personali e psichici è quello del giovane che ha attaccato un Mc Donald’s in uno dei più grandi centri commerciali di Monaco di Baviera, instaurando un dialogo senza senso con alcuni abitanti dei palazzi vicini; il giovane diceva di volersi vendicare per alcuni atti di bullismo subiti in passato a scuola.
Certamente droga e problemi mentali hanno influito sugli attentatori, ma il loro piano di terrore era ben chiaro nelle loro menti e questo è dimostrato dai video e dai messaggi pubblicati poco prima di mettere in atto il loro folle gesto, in cui si dicevano convinti sostenitori della causa islamista contro i “crociati” occidentali e anche contro i musulmani moderati.