Le vignette offensive pubblicate dal giornale satirico francese Charlie Hebdo hanno dimostrato che anche la satira più pungente e goliardica ha un limite: offendere le vittime e i sopravvissuti del terribile sisma che nella notte del 24 agosto ha colpito Amatrice e i comuni limitrofi è un atto davvero intollerabile.
Anche la satira deve avere i suoi limiti e questi limiti devono essere ben chiari: vanno bene la goliardia e le prese in giro bonarie che strappano sempre una risata, ma non vanno bene le offese a chi sta soffrendo dopo una calamità naturale grave come un terremoto. Pubblicare quelle vignette è stato un atto irrispettoso da parte del giornale francese perché non si è tenuto conto del fatto che le comunità colpite stanno ancora soffrendo e piangendo i loro cari rimasti sotto le macerie e le vignette sono una inutile offesa per tutti.
Questa derisione è una grande offesa non solo per le comunità colpite dal sisma, ma per tutta l’Italia perché le nostre vittime sono state descritte come vittime di serie B, che si possono offendere e a cui non è dovuto nessun rispetto. Forse i vignettisti di Charlie Hebdo hanno dimenticato che dopo l’attentato che il 7 gennaio 2015 tolse la vita a 12 loro colleghi l’Italia è stato il primo Paese ad esprimere la sua solidarietà in nome della libertà di stampa e di espressione…
Di fronte a queste vignette irrispettose e fuori luogo al posto del famoso slogan Je suis Charlie, non si può non dire Je suis Amatrice.
Si spera di non dovere mai più subire un affronto del genere e invece di pensare a deridere chi ha perso tutto nel sisma, i vignettisti di Charlie farebbero meglio a pensare a come aiutare queste persone che stanno tentando molto faticosamente di recuperare le poche cose che si sono salvate dai crolli e di tornare alla normalità in attesa della ricostruzione.