Non c’è tregua in Siria

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La tregua in Siria che doveva servire a portare aiuti umanitari alle popolazioni ancora assediate nelle città strette nella morsa dei combattimenti tra le varie fazioni in lotta e della coalizione internazionale contro il sedicente Stato islamico è ufficialmente fallita. L’accordo per il cessate il fuoco tra Stati Uniti e Russia è stato ripetutamente violato e oggi si può dire che i combattimenti non sono mai cessati: non solo i miliziani jihadisti, ma anche i ribelli che combattono il regime di Assad, le milizie sciite che sono impegnate nella lotta al terrorismo e anche l’esercito regolare siriano hanno continuato ad usare bombe ed armi da fuoco e non si sono mai impegnati e rispettare veramente il tempo di tregua che era stato deciso.

Mentre i vari attori internazionali, soprattutto Stati Uniti e Russia, si scambiano accuse reciproche di non avere saputo rispettare la tregua e di avere armato in segreto fazioni di ribelli, un convoglio umanitario che conteneva generi di prima necessità e altri aiuti per la popolazione siriana stremata da cinque anni di guerra è stato attaccato e bombardato: tutti gli operatori umanitari dell’Agenzia ONU per i rifugiati presenti a bordo hanno perso la vita. Il convoglio era composto da circa una ventina di veicoli ed è stato bombardato nei pressi della cittadina di Urum al Kubra, a nord ovest di Aleppo: i camion erano carichi di cibo, medicinali, coperte, giochi e pannolini per i più piccoli.

Le strade che dovrebbero garantire il passaggio di questi convogli sono chiuse e insicure e bombardamenti e attentati sono all’ordine del giorno: anche i mezzi medici che dovrebbero servire a soccorrere i feriti vengono attaccati  senza alcuna pietà. Le autorità di Damasco, che si erano impegnate a garantire ai convogli umanitari di potere raggiungere chi ha bisogno, sono state le prime a rompere la tregua  e sembra che ormai sia iniziata una vera e propria escalation di violenza.

Nel caos e nella violenza della Siria proliferano miliziani e signori della guerra senza scrupoli e a pagare il prezzo più alto di tutto questo sono come in ogni guerra i civili, soprattutto donne e bambini.      

 

 

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