In Polonia le donne sono scese in strada a protestare per il loro diritto all’aborto. Il governo polacco sta discutendo l’introduzione di una nuova legge che se approvata renderebbe l’interruzione di gravidanza totalmente illegale e questo ha scatenato un vespaio di polemiche che hanno portato ad intense proteste da parte di tutte le donne, indipendentemente dall’orientamento politico e dalla condizione sociale.
Completamente vestite di nero le donne polacche sono scese in piazza per ribadire il loro diritto a disporre del loro corpo come credono e ad interrompere la gravidanza in caso di violenza, grave malformazione del feto e pericolo di vita per la mamma e il nascituro. Rendere totalmente illegale l’aborto, dicono le manifestanti, priva le donne della proprietà del loro corpo e le espone ai rischi di aborti illegali, praticati da persone non competenti in ambienti inadatti e con mezzi di fortuna. Le statistiche dicono chiaramente che in quei Paesi dove l’interruzione di gravidanza è strettamente regolamentata e in cui i medici obiettori di coscienza sono tanti, gli aborti clandestini sono tanti e nella maggior parte dei casi avvengono in case private senza un minimo di igiene e sicurezza e sono praticati da persone senza alcuna competenza in materia; in questi casi i rischi per le donne sono altissimi e sono tante coloro che perdono la vita durante queste operazioni o immediatamente dopo per malattie contratte tramite strumenti inadeguati e non sterili.
Non è facile per una donna prendere la decisione di abortire perché rinunciare ad un figlio è un trauma che rimarrà per sempre e il senso di colpa sarà sempre ben chiaro nella mente di una donna, ma ci sono casi in cui ogni donna dovrebbe essere libera di fare questa scelta, seppur sofferta e dolorosa. Non bisogna pensare che una donna che interrompe la gravidanza è una donna cattiva che odia i bambini, è solamente una donna spaventata che si trova a vivere la maternità come un incubo, magari dopo essere stata più volte abusata.