Mercato delle armi

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Anche quest’anno lo Stockholm International Peace Research Institute ha pubblicato i dati relativi al traffico di armi  e materiale militare nel mondo e come sempre questi dati fanno riflettere e dimostrano quanto il traffico di armi, anche illegali, sia fiorente.

Secondo i dati del SIPRI, infatti, anche se la produzione di armamenti nei Paesi più industrializzati è leggermente diminuita il traffico di armi è cresciuto nel 2016 del 14% rispetto all’anno precedente e rispetto ai periodi 2006-2010 e 2011-2015.  Le maggiori aziende produttrici di armi e materiale militare si trovano negli Stati Uniti e nell’Europa occidentale e si tratta di colossi come Boeing, Loockheed Martin, Airbus Group, senza dimenticare l’italiana Finmeccanica, ma sul mercato si stanno affacciando anche aziende di Paesi emergenti come Australia, Giappone, Corea del Sud, Turchia e Brasile che prosperano grazie agli ingenti quantitativi di armi acquistati dai rispettivi governi.

I cinque maggiori fornitori di armi del mondo sono senza dubbio Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Germania e gli armamenti prodotti in questi Paesi finiscono ad alimentare quei conflitti in Medio Oriente e in Africa che vanno avanti da anni e stanno creando migliaia di vittime e sfollati. L’instabilità di queste zone fa da volano per il traffico di armi e molto spesso sono signori della guerra senza scrupoli che si riforniscono di materiale bellico per terrorizzare la popolazione civile e compiere veri e propri massacri.

Anche gli embarghi sulle armi posti dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea, nel solo 2015 erano 38, non sono riusciti ad invertire la tendenza alla crescita del traffico di armi e molto probabilmente anche nei prossimi anni il mercato dell’industria bellica sarà in crescita. I divieti violati e aggirati che riguardano il traffico di armi e materiale bellico fanno sì che nel mondo la quantità di armi, anche illegali, sia sempre molto alta e a pagare il prezzo più alto sono come sempre i più deboli come donne e bambini.

Per maggiori informazioni vi invito a visitare il sito ufficiale del SIPRI: https://sipri.org/

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