Con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca la strategia statunitense in Siria sta cambiando e si stanno delineando nuove allenze che solo l’anno scorso sembravano impossibili.
Per la prima volta dallo scoppio del conflitto nel 2011, i militari statunitnesi verrano mandati in Siria con il preciso compito di eliminare una volta per tutte i miliziani in nero del sedicente Stato islamico e in questo modo riportare la pace nel martoriato Paese mediorientale. Gli Stati Uniti di Trump mettono quindi i boots on the ground allo scopo di combattere ed eliminare alla radice il terrorismo internazionale che tante vittime ha mietuto sino ad oggi.
La politica dell’amministrazione Obama era stata prudente e i militari statunitensi inviati in Siria erano pochi e con il solo compito di addestratori e coordinatori, mai avevano preso parte ai combattimenti anti ISIS in prima linea. Donald Trump sin dall’inizio della sua campagna elettorale aveva promesso che avrebbe cambiato con la forza militare le sorti della guerra in Siria; le sue prime decisioni hanno riguardato l’implementazione del numero di soldati presenti in territorio siriano e il cambio di ruolo degli Stati Uniti.
I recentissimi incontri tra i vertici militari di Russia, Stati Uniti e Turchia testimoniano che la strategia è davvero cambiata, proprio come promesso da Trump: i rapporti più distesi con la Russia di Putin hanno portato ad una nuova alleanza tra i due Paesi che stanno cooperando per la conquista della città più importante del sedicente Stato islamico, Raqqa.
Se questa nuova alleanza sarà stabile e se Russia e Stati Uniti sapranno mettere da parte le loro storiche rivalità, in questi giorni forse potremo assistere alla definitiva sconfitta del sedicente Califfato. La strategia più aggressiva di Trump sembra volere dire: prepararsi alla guerra per mantenere la pace e si contrappone nettamente a quella attendista e cauta dell’amministrazione precedente.
Uomini e donne elle forze speciali statunitensi che collaborano con i russi e i turchi per la sconfitta del terrorismo rappresentano uno scenario inedito per il conflitto siriano e se questo porterà alla fine dell’ISIS vorrà dire che Trump aveva ragione nonostante le tante critiche al suo programma di politca estera.