Nella notte gli Stati Uniti hanno attaccato con 59 missili la base siriana da dove sarebbe partito il micidiale attacco con il gas nervino che ha mietuto più di 80 vittime civili, tra cui moltissime donne con i loro bambini, nella località di Idlib. Questo è il primo attacco dell’amministrazione Trump in Siria ed è arrivato poche ore dopo che l’Ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite aveva minacciato un’azione unilaterale per vendicare tutte le vittime civili se l’organizzazione di New York non avesse condannato fermamente l’attacco di Idlib e preso seri provvedimenti.
Per l’amministrazione statunitense il colpevole dell’atroce attacco con armi chimiche da tempo bandite dagli accordi internazionali è il regime di Bashar Al Assad, colpevole di crimini di guerra e contro l’umanità nei confronti del suo stesso popolo che avrebbe dovuto proteggere. Trump in un primo momento aveva detto che la rimozione di Assad dal potere una volta finita la guerra non era un priorità ma l’attacco di martedì e le foto di bambini piccoli morenti a causa del gas tossico lo ha profondamente toccato e di conseguenza la sua posizione nei confronti del dittatore siriano è radicalmente cambiata: ora Assad è un criminale che deve essere tolto di mezzo al più presto per evitare nuovi disastri.
L’azione unilaterale statunitense ha riaperto vecchie crepe nei rapporti tra Stati Uniti e Russia: Putin ha condannato l’attacco statunitense definendolo un grave crimine e una vera e propria aggressione nei confronti di uno Stato sovrano. Il governo russo ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ed ha proposto misure punitive nei confronti degli Stati Uniti per gravi violazioni del diritto internazionale. Il governo siriano si è detto profondamente sotto shock per l’accaduto e ha definito l’azione statunitense come un tradimento che aiuta lo Stato islamico invece di combatterlo.
Applausi all’attacco di Trump arrivano da Londra che sin da subito ha deciso di appoggiare gli Stati Uniti se e quando ci sarà una campagna militare vera e propria in Siria, da Israele e anche dalla Turchia, che pensa in questo modo di impedire la creazione di uno Stato curdo autonomo.
L’azione militare di questa notte ha modificato profondamente la geopolitica di quell’area di mondo molto delicata che è il Medio Oriente e molto probabilmente modificherà anche le fragili alleanze che fino a ieri esistevano in Siria nella lotta contro il terrorismo internazionale.