Non ci sono parole per descrivere con quanta crudeltà e brutalità l’attentatore suicida di Manchester abbia tolto la vita a delle ragazzine che stavano vivendo il sogno di partecipare al concerto del loro idolo Ariana Grande.
Una bomba artigianale, ma allo stesso tempo abbastanza sofisticata, riempita di chiodi e altri oggetti di metallo con il solo scopo di infliggere alle vittime più dolore possibile, è esplosa alla Manchester Arena subito dopo la fine del concerto. Ventidue giovani vite piene di sogni e di progetti per il futuro sono state spezzate per sempre, e non si può nemmeno tentare di immaginare il dolore di parenti, amici e famigliari talmente è immenso e inconsolabile.
Le ragazzine che hanno perso la vita erano le figlie, le sorelle, le amiche di tutti noi che ogni volta rimaniamo sotto shock per l’odio e la violenza con cui i terroristi islamisti colpiscono persone innocenti, che hanno la sola colpa di divertirsi.
L’unica cosa che possiamo fare è pregare per loro e anche per i sopravvissuti che non potranno mai dimenticare un trauma tanto grande. Allo steso tempo non dobbiamo rinunciare a vivere la nostra vita come sempre, perché chiudersi in casa significa arrendersi al terrorismo e questo sarebbe come giustificare l’assassinio di quelle ventidue ragazzine innocenti.
Dopo un concerto bisognerebbe uscire senza voce, ma mai senza vita.